Dolore alla pianta del piede – Fascite plantare 

Quando al mattino ti svegli e ti alzi dal letto, i primi passi sono così dolorosi che ti sembra di farli sui ceci? E poi invece, con il proseguire della giornata o anche solo dopo aver camminato un po’ per andare al lavoro, ti sembra che la situazione migliori?

Il dolore è localizzato alla base del tallone, al centro o lateralmente, e a volte si propaga anche lungo l’arco interno della pianta del piede?

Durante il lavoro stai molte ore in piedi e nel tempo libero ti piace andare a correre? Sei un’atleta e per preparare una gara hai intensificato gli allenamenti? 

Qualcuno, forse da piccolo, ti aveva detto che hai un’aumentata pronazione dei piedi o che hai i piedi piatti? 

Ti è capitato almeno una volta uno di questi infortuni: contratture e/o stiramenti a cosce e/o polpacci, mal di schiena, dolori alle ginocchia, distorsioni alla caviglia?

Ora, prova metterti davanti allo specchio a piedi nudi: osserva se il bordo interno del piede sfiora il pavimento o meno e prova a portare il peso sulla parte più esterna dei piedi. L’arco sotto al piede aumenta? Si è modificata anche la posizione delle ginocchia? E ti senti scomodo e con poco equilibrio?

In questi casi potresti avere una fascite plantare, che può presentarsi sia come causa che come conseguenza.

Cos’è la fascite plantare?

Innanzitutto è importante capire cosa si intende per fascia: è l’involucro di tutti gli organi, i muscoli, i tendini, i legamenti e altre strutture di cui siamo composti; è l’impalcatura interna del nostro corpo. 

Se tagliate a metà un agrume e immaginate di aspirare tutta la polpa e il succo presenti, rimane solo una ragnatela intricata fatta dai filamenti interni bianchi del frutto, in continuità con la buccia. La fascia che ci compone fa lo stesso con il nostro corpo: è presente ovunque e in continuità con ogni organo e struttura. 

Posto questo concetto, riesce più facile capire come alcuni problemi muscolari, articolari o viscerali possano presentarsi anche in parti del corpo più distanti e di tessuto diverso. Ed è proprio il principio per cui la fascia plantare che avvolge la pianta del piede, quando manca una corretta elasticità ed equilibrio dei tessuti, può dare problemi al polpaccio o addirittura alla schiena. E viceversa ovviamente.

La fascite plantare è un disturbo localizzato a livello dei tessuti molli del piede, non tanto di natura infiammatoria bensì causato da un probabile sovraccarico delle strutture deputate al passo, che vede negli esempi citati prima i fattori di rischio. Infatti, come emerge dalle più recenti evidenze scientifiche in merito, l’assunzione di FANS risulta inefficacee, sebbene inizialmente possa dare sollievo, anche l’infiltrazione di corticosteroidi non si mantiene nel lungo periodo, portando anzi a quadri recidivanti più compromessi.

Il decorso altalenante di questo disturbo, a volte anche a causa delle “cure per tentativi”, spesso prosegue per diversi mesi prima di arrivare a risoluzione. 

Come ti aiuteremo

Ciò che è stato riscontrato utile sia per la riduzione del dolore che per la ripresa della funzionalità è l’esercizio terapeutico, a cui vengono associate tecniche di terapia manuale scelte in seguito ad un’attenta valutazione di tutte le strutture che possono essere coinvolte in tale disfunzione.

Ad esempio, considerando le catene funzionali e le interazioni tra le varie parti anatomiche, oltre alla fascia plantare in sé verranno esaminati i tessuti e le articolazioni di tutto l’arto inferiore e del distretto lombo-sacrale -o della pelvi con i suoi visceri laddove necessario- in termini morfologici e funzionali, di articolarità e controllo, al fine di individuare la disfunzione, ripristinare l’equilibrio tra esse e permetterne il corretto movimento per ridurre ed eliminare il sovraccarico strutturale origine del disturbo.

E’ inoltre fondamentale prendere la patologia per tempo, all’esordio dei primi sintomi quindi, senza temporeggiare con riposo inteso come astensione temporanea dalle attività e farmaci: rivolgersi alle figure professionali di competenza per iniziare un percorso terapeutico personalizzato e un riequilibrio funzionale riduce le complicanze annesse e le tempistiche di guarigione.

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