Calcificazioni

Cosa sono?

Quando parliamo di dolori cronici, presenza di artrosi, o semplicemente facciamo un esame diagnostico, spesso sentiamo parlare di Calcificazioni. Ma cosa sono esattamente?

Per Calcificazione s’intende il deposito di Sali di Calcio in un qualsiasi tessuto molle. In base a dove e quando succede, questo meccanismo può essere fisiologico e perfettamente naturale (ad esempio quando guariamo da una frattura) , oppure può essere sinonimo di un problema di fondo (ad esempio un sovraccarico meccanico).

Perché si formano?

Nella vita quotidiana  siamo regolarmente soggetti a traumi e piccole lesioni. Questi danni microscopici vengono riparati costantemente e senza grandi problemi. Può capitare però che per alcuni motivi legati al nostro stile di vita (postura non corretta, sovraccarichi, traumi ripetuti, sovrappeso … ) alcuni tratti siano sottoposti a maggior stress e vengano lesionati molto più frequentemente, alle volte creando uno stato infiammatorio costante e cronico. In queste condizioni il nostro corpo può decidere di rispondere calcificando il tessuto, trasformandolo  ad esempio da tendine ad osso, per renderlo più resistente.

Vale la pena ricordare che questo processo può accadere anche nel normale invecchiamento del tessuto molle, rimanendo perfettamente asintomatico. Ma quando il sovraccarico è innaturale, per intensità o durata, la Calcificazione può assumere delle dimensioni problematiche e interferire col normale funzionamento dell’articolazione.

Quali sono i Sintomi?

Sebbene la maggior parte delle Calcificazioni fisiologiche (ad esempio legate al normale invecchiamento dei tessuti) non creino alcun problema, quelle che si formano in seguito a situazioni di stress anomalo possono creare dolore e limitazioni funzionali.

 

Bisogna ricordare che spesso è il processo di danneggiamento del tessuto a creare dolore, non la Calcificazione, ma quando questo processo va avanti per troppo tempo, essa stessa può essere causa d’interferenza con i tessuti circostanti. Questo è uno dei motivi per cui è bene non trascurare i dolori cronici, in quanto, nel tempo, la situazione generale può diventare sempre più complicata da risolvere.


Come si fa la diagnosi?

La presenza di eventuali Calcificazioni può essere messa in evidenza tramite Esami Strumentali (Ecografia, Raggi X, Risonanza Magnetica). Il Terapeuta mediante test ortopedici e valutazione funzionale ne valuta l’impatto sulla funzionalità del paziente.

 

Come possono essere trattate?

Il primo passo, come in tutte le altre terapie, è una corretta valutazione: è fondamentale capire come mai un determinato tessuto stia soffrendo. Solitamente correggere una cattiva abitudine e rinforzare la zona è sufficiente a risolvere il problema.

 

Qualora il problema dovesse persistere, possono essere richieste alcune Terapie specifiche:

– Terapia Manuale: il Terapeuta lavora su tutti i tessuti della zona per ripristinare le normali mobilità ed elasticità e quindi ripartire i carichi in modo più equilibrato.

 

– Terapie Fisiche: Si possono utilizzare Ultrasuoni o Onde d’Urto in base alla profondità e all’estensione della/delle Calcificazioni, per romperla/e e ripristinare la normale conformazione del tessuto. Spesso sono Terapie che vengono associate alla Tecarterapia o al Laser ad Alta Potenza per facilitare l’afflusso di sangue nelle zone trattate, e velocizzare il recupero.

In caso di scarsi risultati, spesso perché la situazione è stata affrontata in modo tardivo, il paziente è costretto a ricorrere ad un intervento medico invasivo (lavaggi, infiltrazioni, scarificazioni).

Zone anatomiche più frequenti di formazione delle Calcificazioni

In ambito ortopedico possiamo trovare alcune zone anatomiche più propense a presentare Calcificazioni patologiche:

– Cuffia dei Rotatori (in particolar modo Tendine del Sovraspinato)
– Borsa Sub-Acromiale
– Capo Lungo del Bicipite
– Inserzione degli Estensori Radiali (Epicondilite)
– Inserzione degli Abduttori dell’Anca
– Borsa Trocanterica
– Legamento Rotuleo
– Tendine d’Achille

– Fascia Plantare

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